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I draw the Walrus |
Palazzo Genovese - Salerno
18:30 / 08-04-2018
Nel 1967, John Lennon decise di fare una specie di scherzo a tutti quelli che si inceppavano a cercare di interpretare i testi dei pezzi dei Beatles.
In effetti il colpo di genio glielo ispirò la notizia che un insegnante della sua ex scuola superiore stesse tenendo un corso sull’analisi e l’interpretazione della lirica dei Beatles.
Così scrisse un testo che sembra effettivamente partorito dalla mente di uno che ha dimenticato di prendere le medicine. O ne ha prese troppe.
Al riguardo sembra che, appena finita l’opera, John abbia detto qualcosa tipo: «Ecco qua, adesso vediamo se troveranno una spiegazione anche per questo!»
Per la cronaca, all’epoca non è che gli “esperti” si siano tirati indietro. Anzi.
Ma questa è un’altra storia, ed in questo momento non mi preoccupa e non mi occupa.
Quello che mi ha tenuta occupata negli ultimi sette mesi, invece, è stato illustrare da capo a coda il testo di questo parto del genio di Lennon, che è, per la cronaca, I am the Walrus, a ragione considerato dalla critica “il vertice compositivo di Lennon, mai più eguagliato dall'artista” (Ian MacDonald, The Beatles. L'opera completa, Mondadori, Milano 1994. L’ho preso da Wikipedia, spero sia esatto).
Perché è vero che probabilmente si tratta di un’accozzaglia di frasi che, nel loro insieme, non significano assolutamente una cippa. Ma come non rimanere accoppati dalla potenza dell’immagine di qualcuno che aspetta il furgone seduto su un cornflake? O dalla cremosa materia gialla che cola dall’occhio di un cane morto? Io, personalmente, ne sono non semplicemente affascinata, ma innamorata, abbagliata, sedotta!
E così, anche ispirata dal fatto che l’anno scorso, 2017, correva il cinquantesimo anniversario della pubblicazione di The Magical Mistery Tour, l’album che contiene I am the Walrus, ho avviato il mio progetto, che ho chiamato I draw the Walrus (Io disegno il Tricheco).
In effetti avrei voluto terminare entro il 24 novembre, data della pubblicazione del pezzo, ma non avevo fatto bene i conti con un rotolo di carta lungo 10 metri e largo 70 cm!
I draw the Walrus è infatti un’opera d’arte realizzata con tecniche miste su un unico supporto cartaceo della lunghezza di 10 m per 0,70 m di altezza. La particolarità dell’opera sta proprio nel fatto che, seguendo l’ipotetico flusso di coscienza che ha generato il testo della canzone, il disegno si presenta come una successione di immagini concatenate tra loro, senza soluzione di continuità. Va certo sottolineato che le mie illustrazioni non hanno assolutamente la pretesa di spiegare ciò che Lennon aveva in mente, di trovare la soluzione ad un rebus o di svelare un arcano (quello lo lasciamo fare agli “esperti” che Lennon stimava tanto!), quanto, piuttosto, di illustrare un mondo, di far calare lo spettatore nell’immaginario Beatlesiano così come Lennon voleva, senza sovrastrutture e senza costrizioni mentali.
A che cosa porterà tutto questo?
Me non sa...me disegna e basta!
Ma qualcosa avverrà, e nel caso qualcuno sia arrivato fin qui a leggere, innanzitutto lo ringrazio...e poi gli dico che, se gli fa piacere, può continuare a seguirmi, e lo scoprirà!